Abstract: Una partitura e il cannocchiale di Galileo per scrutare la musica. Sì, lo stesso strumento che servì a Galileo per dimostrare che il cosmo funzionava diversamente da come le leggi dellastronomia dellepoca stabilivano. È tempo che anche lanalisi musicale si avvalga di quel cannocchiale: un cannocchiale per locchio per lorecchio e per la mente. Perché «le categorie sono utili laddove funzionano. Ma sono ancor più utili laddove falliscono: in quei casi si palesa lindividualità di un linguaggio». Perché lanalisi musicale di solito si occupa di comè fatta lopera, ma il suo compito più ambizioso, spesso eluso, è indagarne lessenza: è di «che cosè lopera che questo libro si occupa». Perché «ascoltare può davvero riservare sorprese. La lettura corre piuttosto il rischio avendo sempre davanti a sé linsieme di livellare le emozioni della musica e di mettere le cose correttamente in ordine senza altre preoccupazioni. Un pezzo da analizzare dovrebbe pertanto, in primo luogo essere solo ascoltato, senza partitura in mano.» Perché «le teorie elargiscono orientamenti e criteri. Ciò paralizza lanalisi (in un certo senso la defrauda dellavventura e del rischio del naufragio), poiché predetermina, laddove dovrebbe ricercare. E a questo si aggiunge il pericolo di trincerarsi talmente nella teoria, che essa stessa diventi loggetto assumendo una posizione autoreferenziale rispetto alla musica. Quanto alla musica, è evidente il pericolo di ridurre le opere a esempi a sostegno di un determinato orientamento teorico. Ma è la musica in sé che non si deve smarrire, utilizzandola come pezza dappoggio o come materiale duso per i sistemi: ciò non sarebbe, infatti, funzionale alla conoscenza della musica, ma alla pretestuosa conferma di una teoria.» Prima di ogni esercizio di analisi, la progressione insistentemente indicata quasi come una prescrizione medica è ascoltare (suonare, cantare), infine analizzare il testo musicale scritto e, solo dopo aver formulato delle proprie personali ipotesti, leggere i commenti analitici proposti dallautore. Dalla prima allultima pagina di questo libro Clemens Kühn ci obbliga a ricordare che il confine semantico fra leggere, suonare, analizzare e interpretare non è mai netto, ma sempre poroso e che separare meccanicamente tali momenti, come spesso avviene nella didattica accademica, costituisca una pratica tanto faticosa quanto inutile, quando non porti addirittura fuori strada. La pagina scritta è una maschera e come ogni maschera nasconde, dissimula e a un tempo rivela. «La grande arte non si schiude mai del tutto nemmeno di fronte allanalisi. Ma in questo consiste il fascino della sua sfida. Cuore e mente si sentono così incessantemente spronati ad affrontarla con mezzi nuovi e migliori. Ciò che non presenta più alcun enigma cessa di suscitare interesse.» EDITORIALE
Titolo e contributi: Lo studio dell'analisi musicale / Clemens Kühn ; Traduzione italiana a cura di Piervito Malusà
Pubblicazione: Lucca : Libreria musicale italiana, copyr. 2018
Descrizione fisica: XX, 273 p. : mus. ; 24 cm
Serie: Studi e saggi ; 8
ISBN: 978-88-7096-930-6
Data:2018
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
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Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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Conservatorio Steffani | H. KUHN. 2 | CONSTE0-9291 | Su scaffale | Disponibile |
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